Questo film è candidato alla 94esima edizione degli Oscar (2022) nelle categorie miglior attrice protagonista per Nicole Kidman, miglior attore protagonista per Javier Bardem, e miglior attore non protagonista per J. K. Simmons.
Disponibile per la visione su PrimeVideo, il nuovo film di Aaron Sorkin A proposito dei Ricardo (Being the Ricardos) è una ricostruzione più o meno fedele di una settimana da incubo per la coppia sullo schermo e nella vita reale di Lucille “Lucy” Ball (Nicole Kidman) e Desi Arnaz (Javier Bardem), con qualche inciampo per quanto riguarda la messa in scena.
Ispirato alla reale storia della coppia americana, Sorkin racconta del duo Ball-Arnaz, che interpretano Lucy e Ricky Ricardo nella sitcom “I Love Lucy” (tradotta “Lucy ed io”). Vivono una relazione delicata, basata sull’equilibrio creato grazie al loro lavoro. Questo equilibrio entra in crisi quando Lucille viene accusata di essere un membro del Partito Comunista nel pieno della paura rossa (un periodo in cui veniva compilata la lista nera degli Hollywoodiani — cast, crew e dirigenti indistintamente — accusati di attività anti-americane, che dovevano essere scagionati tramite un vero e proprio processo). Il film si svolge quindi nell’arco di una settimana, a partire dal lunedì fino al giovedì quando l’episodio verrà registrato in diretta davanti ad un pubblico. L’appartenenza di Lucy al Partito Comunista non è l’unica questione che getta il loro matrimonio, sia nella vita reale che nella serie, nel panico. Non solo la serie rischia di essere terminata per questo motivo, ma un magazine di gossip becca Desi a tradire Lucy, e la coppia annuncia di essere in dolce attesa e di voler portare la gravidanza sullo schermo, un’idea inaudita negli anni ‘50. Una settimana sostanzialmente piena di tensione.
Sorkin adopera diversi espedienti narrativi per portare questa storia sui nostri schermi. Inizialmente sembrerebbe un mockumentary, con interviste a tre ex membri del della crew vicini alla coppia, in stile documentario (anche se purtroppo il rendering di quegli schermi verdi ha lasciato un po’ a desiderare). Queste interviste servono per innescare flashback che ci riportano a quella settimana infernale di cui tratta il film. Ma si va ancora più indietro nel tempo, con ulteriori sequenze che raccontano la nascita della storia d’amore tra Lucy e Desi. Come se questa pila di flashback non bastasse, vengono intersecate anche alcune sequenze in cui Lucy immagina come verranno le scene durante la lettura e le prove dell’episodio — fortunatamente, queste vengono distinte con l’utilizzo del bianco e nero, altrimenti si sarebbe creata un’ulteriore confusione che avrebbe reso ancora più complicata la fruizione del film.
Più che un racconto dei fatti per quello che sono stati e un’esaltazione al talento di Lucille Ball, il film sembra essere un resoconto di che cosa significasse essere una donna a Hollywood negli anni ’50. L’accusa a membro del Partito Comunista era in realtà già stata chiarita e la Ball scagionata qualche settimana prima dei fatti raccontati, ma Lucille ha dovuto far intervenire il marito a salvarla davanti al loro benamato pubblico. Desi ha dovuto richiamare alcuni favori e far intervenire la stampa, oltre che lui steso calmare i dirigenti dell’emittente e della produzione per far credere al mondo intero che la moglie fosse effettivamente innocente. Non solo, appena la coppia da ai loro amici la notizia di aspettare un figli*, la prima cosa a cui il gruppo di scrittori pensa è come fare a nascondere la gravidanza sullo schermo e quando dovranno interrompere le riprese. L’unico che riesce a convincere non solo il team di sceneggiatori, ma anche l’emittente e la produzione a portare per la prima volta una gravidanza sullo schermo è nuovamente Desi, che ancora una volta salva la moglie dalle grinfie degli alti dirigenti patriarcali. Infine, la Ball era in realtà dotata di un forte estro creativo, che le permetteva di visualizzare le scene e capire immediatamente cosa avrebbe potuto funzionare per il suo personaggio e per la serie e cosa invece no. Peccato che nessuno della crew, il regista soprattutto, avesse alcuna intenzione di darle retta, nonostante sia reso molto chiaro come lei avesse ragione. La questione che viene messa in luce è che non era importante quanto Lucille Ball rappresentasse le fondamenta della serie (che dopotutto è intitolata “I Love Lucy” o “Lucy ed io”) e quanto avesse talento in quello che faceva, si tratta pur sempre di una donna, e ciò che dice non avrà mai importanza se non supportata da un uomo.
A proposito dei Ricardo è purtroppo un film di medio livello, con vari inciampi nella produzione e nella messa in scena che abbassano il livello del cast d’eccezione. Non credo che alla storia di Lucille Ball venga fatta abbastanza giustizia tramite questa specie di biografia, che forse inavvertitamente mette in luce cosa significasse essere una donna ad Hollywood negli anni d’oro della TV, anche se in realtà non sembrerebbe essere quello il vero intento di Sorkin. Quale fosse il suo vero scopo, purtroppo, non ci è dato saperlo.