Raya e L’Ultimo Drago: imparare a fidarsi del prossimo

Fra I candidati firmati Disney nella categoria “Miglior film d’animazione”, si erge fiero Raya e L’ultimo Drago. Nonostante questo abbia generato meno rumore e discussioni, rispetto ai suoi avversari come Encanto, il punteggio ottenuto da Raya su Rotten Tomatoes svetta rispetto a quello degli altri. Che la mancanza di clamore sia, dunque, a dimostrazione del fatto che questo film mette d’accordo tutti i suoi spettatori?

La storia di Raya racconta di un mondo diviso in regni rivali. Un tempo, tutti vivevano in armonia nell’utopico continente unito Kumandra, popolato da draghi in veste di divinità benevole. Quando l’arrivo dei Druun – mostri che trasformavano tutto in pietra – minacciò di sterminare gli abitanti di Kumandra, i draghi si sacrificarono per salvarli e di loro restò solo la gemma del drago. Oggi, la gemma è custodita nel regno di Raya e di suo padre ma, in un momento di avidità dei membri dei vari clan, la gemma è stata spezzata e ogni regno si è appropriato di un frammento. Ma i Druun stanno tornando, e per salvare i suoi cari, Raya partirà alla ricerca dei vari pezzi di gemma sparsi lungo il continente.

L’espediente del viaggio nei diversi regni viene usato in questo caso dalla Disney per potersi dedicare ad un dettagliato e strabiliante world-building. Ogni regno ha caratteristiche particolari, un’atmosfera inconfondibile, abitanti con personalità approfondite. Niente è lasciato al caso, e lo spettatore può godersi un’infinità di animazioni bellissime e grafiche mozzafiato.
In piena tradizione Disney, la nostra eroina si circonda ben presto di alleati peculiari: una magica guida saggia, una spalla divertente, un animaletto adorabile, e così via. Fra questi, e una trama incalzante intervallata da combattimenti coreografati alla perfezione, Raya supera tutte le aspettative dello spettatore.

Perché, allora, non ha causato clamore e ammirazione?
Molte critiche lo definiscono prevedibile, già visto, non necessario. Ma è davvero così?
Il fatto che Raya segua uno schema “classico” di costruzione della trama non lo classifica come prevedibile. E se anche fosse, è la prima volta che questa struttura viene colorata da elementi della cultura del sud-est asiatico. A questo punto si potrebbe parlare di “occidentalizzazione” della cultura in questione, o ancora di sfruttamento di culture finora ignorate per strategie aziendali da parte della Disney.
Non c’è un vera e propria risposta in questo caso, ma una cosa è certa: finalmente vediamo protagonisti a cui finora non era stato dato spazio! Perché dobbiamo urlare al complotto non appena una storia non gira intorno alla nostra cultura

Inoltre, il valore attorno al quale è costruito il film è quello della fiducia: la fiducia nel prossimo, la fiducia nell’umanità. Argomento che più umanamente universale non potrebbe essere! I temi affrontati possono essere visti con superficialità e ci si può godere la storia avvincente, oppure ci si può addentrare in riflessioni più profonde. Questo dimostra che i film moderni avvicinano i più piccoli a temi importanti, perché possono capirli già a quest’età. Stiamo crescendo una nuova generazione e speriamo portino un cambiamento nelle nostre vite. Le nuove generazioni saranno coraggiose, e noi dobbiamo avere fiducia in loro!

Infine, Raya e L’ultimo Drago è bello, utile e innovativo. Così, diretto e semplice. Da vedere!!!

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